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DOLORE AL GOMITO?

Scopri di cosa si tratta, le cause e come risolvere

Ti è capitato di sentire dolore sul lato esterno del gomito prendendo in mano un oggetto?

O magari aprendo un barattolo? 

Oppure a seguito di un intenso sforzo o, viceversa, di un prolungato utilizzo di tastiera e mouse del computer?  

Forse avrai sentito parlare del “gomito del tennista”, perché le prime diagnosi furono fatte proprio su questi atleti che sono molto predisposti al sovraccarico dei muscoli dell’avambraccio.

gomito del tennista

Nell’ambito sportivo viene colpito anche chi, con la racchetta ha poco a che fare. 

Nel beach volley e nella pallavolo, ad esempio, questo dolore può insorgere a causa dei ripetuti impatti con la palla e per il continuo utilizzo del polso durante il colpo di attacco.

Ma non fare l’errore di pensare che questo sintomo affligga solo gli sportivi! 

Le persone che a lavoro fanno movimenti ripetitivi dell’arto superiore, sono particolarmente a rischio. Ad esempio ne potrebbero soffrire elettricisti, falegnami, giardinieri, impiegati etc 

In termini medici, si parla di “tendinopatia laterale di gomito” oppure “epicondilite” (più riferibile ad una condizione infiammatoria),.

TENDINOPATIA? TENDINOSI? TENDINITE?

Distinguiamo subito le differenze:

riconoscere una tendinite o una tendionsi?

TENDINOPATIA: indica la presenza di un problema a carico del tendine di un muscolo.

A seconda della fase patologica in cui ci troviamo possiamo identificare poi una tendinte o una tendinosi

TENDINITE: indica la fase infiammatoria della patologia.

TENDINOSI: indica un processo cronico degenerativo progressivo e lesione strutturale.

Quindi tendinopatia è il termine più adatto per indicare il dolore tendineo persistente e la perdita di funzionalità correlata al carico meccanico.

In questo articolo vedremo insieme tutto quello che c’è da sapere sulla tendinopatia laterale del gomito, ma soprattutto vedremo cosa si può fare per migliorare e risolvere questo fastidioso inconveniente.

COM’E’ FATTO UN GOMITO?

ossa del braccio

Il GOMITO ha il ruolo di collegare  il braccio all’avambraccio. 

Le ossa che lo compongono sono:

  • OMERO (braccio)
  • RADIO (avambraccio)
  • ULNA (avambraccio)

All’estremità inferiore dell’omero, troviamo due tuberosità, una sulla faccia laterale del gomito (epicondilo) ed una nella parte mediale (epitroclea).

I tendini dei muscoli che originano dalla zona dell’epicondilo sono quelli più coinvolti nella tendinopatia laterale del gomito. 

I tendini sono la parte finale dei muscoli: in pratica si tratta della struttura che si “aggancia” all’osso.

PERCHE’ HO DOLORE QUANDO MUOVO LA MANO, PIUTTOSTO CHE IL GOMITO?

I muscoli che originano dalla zona laterale del gomito sono quelli che permettono i movimenti di:

  • ESTENSIONE DELLE DITA (aprire il pugno), 
  • FLESSIONE DEL POLSO (portare il dorso della mano in direzione del gomito)
  • SUPINAZIONE DELL’AVAMBRACCIO (portare il palmo della mano verso l’alto);
muscoli che attraversano l'articolazione del gomito

Ecco spiegato il motivo per cui puoi avere più dolore nel muovere il polso e le dita, piuttosto che nel piegare il gomito.

QUALI SONO I SINTOMI E LE CAUSE?

Nella fase iniziale si ha un DOLORE LOCALIZZATO sulla zona laterale del gomito, che si accentua premendo sull’area o muovendo il polso (soprattutto in estensione).  Può irradiarsi anche lungo l’avambraccio, fino alla mano!

Si possono aggiungere anche sensazioni di “scossa” o di formicolio: queste sensazioni sono legate all’irritazione di terminazioni nervose dovuta ad i tendini infiammati.

Con il tempo può risultare invalidante compiere anche movimenti semplici come lavarsi il viso o girare la chiave nella serratura.

Se sono presenti:

  • DOLORE SUL LATO ESTERNO DEL GOMITO
  • DIFFICOLTA’ NEI MOVIMENTI DI POLSO, MANO E DITA
  • DOLORE ALLA PALPAZIONE DELLA ZONA LATERALE DEL GOMITO

è molto probabile si tratti di una tendinopatia laterale del gomito!

La principale causa di questo disturbo, è riconducibile ad un eccessivo sovraccarico degli estensori del polso e delle dita.

PERCHE’ SI SONO SOVRACCARICATI?

Oltre alla pratica di determinati sport (tennis, paddle, pesistica, ginnastica etc), il sovraccarico può essere causato anche a seguito di: 

  1. mantenimento di posizioni prolungate
  2. rigidità dell’articolazione del polso
  3. disfunzioni in altre zone del corpo (spalle, cervicale..)
  4. eccessiva lassità dei legamenti
  5. incremento repentino e/o errori di allenamento
  6. invecchiamento 
  7. problemi di circolazione 
  8. deficit di forza 
  9. eseguire movimenti ripetitivi >2 ore al giorno (es. utilizzo del mouse)

Ecco che ora è un po’ più chiaro perché l’epicondilite può colpire tutti, sportivi e non.

CURIOSITA’: Anche lo scarso afflusso di sangue nei tendini potrebbe essere una delle cause alla base della tendinopatia

L’INFIAMMAZIONE:  I TENDINI SONO INFIAMMATI?

Il ruolo dell’infiammazione nelle tendinopatie non è ancora chiaro L’infiammazione sembra essere presente al massimo solo nelle fasi iniziali. 

I sintomi sarebbero maggiormente legati a lesioni microscopiche delle fibre tendinee a seguito di un eccessivo utilizzo della zona.

Quando il sovraccarico supera le soglie di riparazione o il tendine viene sottoposto a ulteriori carichi senza un adeguato tempo di recupero, il processo di guarigione fallisce e compare il dolore

DEVO STARE A RIPOSO?

La risposta è: dipende.  

il riposo nel recupero dalle patologie del gomito

Partiamo dal presupposto, ormai consolidato, che il riposo o, peggio ancora, l’immobilizzazione, non sono le migliori soluzioni!

Questo perché se “immobilizziamo” un tendine, alteriamo alcuni processi fisiologici, tra cui la sintesi di collagene (di cui il tendine è composto per il 75%) e la sua disposizione all’interno del tendine diviene casuale, non funzionale alle stimolazioni meccaniche.

Questo avviene già dopo sole 2 settimane di immobilizzazione.

QUINDI NON DEVO MAI RIPOSARE?

In una situazione molto acuta potrebbe essere necessario il riposo ma deve essere comunque selettivo e limitato nel tempo. 

Quindi, se possibile, è consigliato restare attivi e riprogrammare il carico di lavoro  sulla struttura con esercizi rieducativi, mantenendo sempre livelli di dolore tollerabili, evitando i movimenti più critici.

Infine, bisogna ricordare che dopo un periodo di inattività, non è saggio portare subito un improvviso aumento del carico, in quanto potrebbe determinare un riacutizzarsi dei sintomi. 

Le articolazioni sono in grado di adattarsi a patto che gli stimoli siano molto graduali.

QUANTO DURA E COME SI CURA

La tendinopatia laterale del gomito è una condizione che purtroppo tende a cronicizzarsi pertanto può durare settimane, mesi, e qualche volta addirittura anni. In linea generale, possiamo assestarci tra i 3  e gli 8 mesi.

E’ sicuramente una delle problematiche tendinee più lunghe da risolvere perché, come detto prima, il tendine è scarsamente vascolarizzato e questo non aiuta la sua rigenerazione.

COME SI CURA?

Innanzitutto vanno valutate anche altre strutture anatomiche per verificare se il dolore ha origine da altre zone. 

Oltre al gomito andrebbero valutati come minimo:

  • CERVICALE
  • SPALLA
  • POLSO
  • MANO

Nella fase acuta (15-20 gg) possono essere utili l’applicazione di:

  • GHIACCIO: 15 min 2 -3 volte al giorno
  • ANTI INFIAMMATORI: sembrerebbero essere più efficaci quelli locali di quelli per bocca, sempre per via della scarsa vascolarizzazione. Deve essere sempre il medico a prescriverli!
  • TUTORE: Lo scopo del tutore è quello di comprimere leggermente le strutture con lo scopo di ridurre la tensione sui tendini di circa un 20% e quindi limitare il sovraccarico funzionale
  • TERAPIE FISICHE (MACCHINARI)
  • TERAPIE MANUALI FISIOTERAPICHE 

Le infiltrazioni di cortisonici danno ottimi risultati nell’immediato (<6settimane) ma tendono a perdere di efficacia nel tempo. 

Bisogna anche considerare che:

  • L’UTILIZZO RIPETUTO DI CORTISONE DANNEGGIA I TENDINI
  • L’EFFETTO E’ TEMPORANEO PER DEFINIZIONE

in più, mentre si è sotto effetto del farmaco, diminuendo di molto il dolore, sale la tentazione di fare movimenti ed attività che altrimenti sarebbero state impossibili. Questo si potrebbe tradurre in un aumento del dolore quando l’effetto dell’infiltrazione sarà finito!

Superata la fase acuta, è fondamentale riadattare il tendine alla gestione dei carichi

Come dimostrano diversi studi, l’esercizio mirato  ed il carico progressivo sono un’ottima soluzione per la riduzione del dolore laterale del gomito.

L’esercizio infatti contribuisce al miglioramento della struttura, la rinforza e ne riduce lo stato infiammatorio

Durante l’esecuzione, il dolore deve essere tollerabile (inferiore a 4 su 10 nella scala del dolore) e monitorato nelle 24 ore successive (se resta elevato dopo questo periodo, probabilmente il tendine è stato sottoposto a stimoli ancora troppo elevati).

Secondo gli studi, lo stretching per le tendinopatie sembrerebbe non portare a risultati rilevanti, ma se abbinato ad un programma di esercizi terapeutici contribuisce alla riduzione della sintomatologia.

CONCLUSIONE

La tendinopatia laterale del gomito è sicuramente una problematica che tende a cronicizzarsi

Quindi, essere a conoscenza del fatto che tale condizione possa durare mesi, non ti farà preoccupare più del necessario.

Se hai letto questo articolo con attenzione, dovresti avere le idee più chiare

Rimane la raccomandazione di rimanere sotto controllo medico e seguire le indicazioni del fisioterapista

Prima di salutarci vediamo insieme alcuni esercizi che ti possono aiutare!

CI SONO ALTRE STRUTTURE CHE POSSONO INFLUIRE ?

Molto banalmente tutti possiamo notare come il gomito si trovi a metà tra la spalla ed il polso che potrebbero essere causa del dolore o di un’alterazione di movimento. 

Anche il tratto cervicale potrebbe procurare dolori al gomito, questo perché dal tratto cervicale originano le radici nervose che si protraggono appunto lungo tutto l’arto superiore. Una disfunzione a livello del collo può provocare una sofferenza della radice nervosa che può causare dolore locale o irradia.

Oppure la tendinopatia può essere accompagnata anche da una neuropatia del nervo interosseo posteriore; neuropatia determinata da una compressione del nervo radiale interosseo posteriore nell’arcata del tunnel di FrohseIn questo caso è utile associare alle usuali metodiche riabilitative anche tecniche manuali e di neurodinamica.

CHE TIPO DI ESERCIZI SI ESEGUONO?

Per allungare i muscoli epicondiloidei occorre estendere il gomito, chiudere la mano a pugno, flettere il polso e deviare leggermente la mano verso il lato ulnare.

Come esercizi dinamici (con continue ripetizioni nel far estendere le dita della mano, ad esempio) oppure esercizi statici isotonici (facendo tenere la posizione per tot secondi /minuti).

Per il recupero della forza è utile far eseguire esercizi con la pallina. basta chiedere al paziente di stringere ripetutamente la pallina con la mano combinando la chiusura della mano all’estensione del polso e a una leggera deviazione radiale.

Prima degli esercizi con pesi o resistenze importanti, normalmente si usa far eseguire esercizi eccentrici. In pratica il paziente riceve una maggiore resistenza durante il movimento di allungamento dei muscoli. La resistenza in questo caso è offerta quasi sempre dalla mano del fisioterapista, che in tal modo riesce a dosare la forza in funzione dell’esercizio e della quantità di ripetizioni che vuole ottenere.

Successivamente si inseriscono nel training riabilitativo le resistenze elastiche e i pesi.

I muscoli epicondiloidei non sono muscoli grandi come il quadricipite, e di conseguenza non devono sopportare sforzi molto importanti, per questo motivo  l’obbiettivo è quello di recuperare soprattutto la resistenza più che aumentare la capacità di sollevare carichi

Numero di ripetizioni 

  • 1-3 Solo forza
  • 4-8 Soprattutto forza + appena un po’ di resistenza muscolare
  • 9-15 Forza + resistenza muscolare
  • 16-25 Forza + resistenza muscolare
  • 26-35 Resistenza muscolare + un po’ di forza
  • 36-45 Resistenza muscolare + appena un po’ di forza
  • 46-65 Resistenza muscolare + un po’ di resistenza cardiovascolare
  • 66-75 Resistenza muscolare + resistenza cardiovascolare
  • 76-100 Resistenza cardiovascolare + un po’ di resistenza muscolare
  • oltre Resistenza cardiovascolare + un pò di resistenza muscolare
il recupero e la riabilitazione dalle patologie del gomito

SI POSSONO FARE INFILTRAZIONI?

Attraverso uno studio effettuato da ricercatori appartenenti a diversi istituti del Queensland (Australia) è stato dimostrato che le iniezioni di cortisonici danno ottimi risultati nell’immediato, ma tendono a perdere di efficacia nel tempo. 

Per quanto concerne invece le altre tipologie di iniezioni (plasma arricchito di fattori di crescita, acido ialuronico, la proloterapia) ci sono ancora degli studi in atto per dimostrarne la concreta efficacia.

Dallo stesso studio è emerso tutto il contrario per interventi come la fisioterapia e l’esercizio fisico che riducono il dolore meno velocemente ma con continuità, quasi azzerandolo nel lungo periodo.

COME POSSO PREVENIRE?

In realtà si cercano di contenere i fattori di rischio e quindi è importante effettuare azioni di scarico come gli esercizi di allungamento al termine dello sforzo o dell’allenamento effettuato. Usare creme antalgiche ed antinfiammatorie possono essere utili per alleviare la fatica. Anche un trattamento al mese preventivo può migliorare di molto il rendimento

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